venerdì, 11 Ottobre 2019

Resoconto Incontro 18 settembre 2019

Cari tutti, tra le tante attività del circolo, noi membri direttivo non sempre riusciamo a svolgere tutte le mansioni.
Mercoledì Giulia, la nostra vice presidente, non ha potuto partecipare alla conferenza, ho chiesto ad Aldina una piccola collaborazione per il resoconto ed ha accettato.
Il nostro circolo si regge sul volontariato e sulla collaborazione di tutti i soci. Grazie Aldina.

Resoconto dell’incontro mensile di mercoledì 18 Settembre 2019

Tutto esaurito alla prima riunione del Circolo, dopo le vacanze estive. E tutti puntuali.
Luisa, la Presidente, anticipa l’orario dell’incontro con Manuel Rosin, perché c’è una fibrillazione generale, anche delle piantine che, come di consueto, viaggiano di mano in mano, come dono o scambio.
Loredana prende la parola, ed è brevissima (che bravi ad esser brevi!)!
Emanuela è altrettanto sobria. Ha organizzato, temerariamente, la visita di solo un giorno a Guastalla, per l’attesissimo e rinomato mercato ‘Piante e animali perduti’. Qualche materna raccomandazione. Il resto sarà una sorpresa.
Manuel è pronto. Insieme alla morosa controlla gli appunti e le immagini.

Luisa lo presenta quasi con un cenno, come per non privarlo del tempo prezioso per la sua esposizione.
Quando Manuel, pur con voce ferma, dice d’essere un po’ emozionato perché ‘è la mia prima volta in pubblico’, una voce femminile suggerisce un applauso d’incoraggiamento.

E il garden designer se lo prende tutto, il coraggio, e sostiene la serata per quasi due ore fitte fitte di lezione.

Sa che i soci del Circolo sono amanti dei giardini, e profondi conoscitori di ciò che si fa di uno spazio asettico un luogo abitato dove star bene, e far star bene tutti, piante comprese, ovviamente.
Nonostante la sua giovane età, ha maturato molte esperienze e approfonditi studi vivendo anche cinque anni in Olanda.

Il posto giusto, mi pare. Poi, affrancato dalla guida di giardinieri famosissimi, si sente pronto per ‘tornare al suo giardino’. Prima o dopo, si desidera sempre tornare a casa! Nell’immaginario giardino dell’infanzia. Il perduto Eden.
Con molto equilibrio, la sua lezione affascina per quei passaggi dall’estrema tecnologia alla tradizione millenaria.

Come si fa un giardino? Si progetta, innanzitutto, dunque si immagina qualcosa che ancora non c’è, si disegna l’ancora invisibile!

Il garden design mi appare come un artista visionario. Come un alchimista, che studia circostanze e fattori che inspiegabilmente portano a un risultato razionale. Che accosta e sperimenta insoliti elementi che portano all’atteso (o disatteso) risultato, con originale raffinatezza e al tempo stesso semplicità.

Dunque tutto è freddamente pianificato dalla tecnologia? Niente magia, niente mistero, niente meraviglia, niente stupore?

Manuel, sicuro di sé, ci spiega l’importanza della prospettiva, della profondità di campo, dei vuoti da valorizzare ma non riempire, della ‘simpatia’ tra le piante, e naturalmente ha un affondo sul terreno, la luce, il vento. Tutto concorre per il tutto equilibrato, armonioso, salutare. Si sa, le piante sono come gli umani. Si stanziano dove stanno bene!

Guardo i presenti, silenziosi e attenti (l’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità, scrive Simone Weil).
Cosa staranno pensando? Ognuno con la sua sensibilità, la sua esperienza, avrà suppongo molte osservazioni da esporre, molte domande da sottoporgli.

Io esco un po’ prima, alla chetichella. Assorta, mi infilo in macchina. Palmanova-Lestizza. Non ci vuole niente. 15 minuti.

Invece, distratta dalle tante cose imparate che tento di ripetere per non dimenticare, infilo clamorosamente porta Udine e mi ritrovo non so dove. Mentre vago sperduta (dovrò ben andare dall’oculista!), mi torna quel definirsi di Manuel ‘Sono un giardiniere’ con umiltà. Con umiltà e consapevolezza. Dice ‘La passione mi è nata seguendo mio nonno nella sua vigna. E adesso mio suocero mi ha messo a disposizione un terreno per le mie ricerche, i miei esperimenti. Mi aiuta, assieme anche alla mia fidanzata’. Ah ecco, ritrovo l’umanità piena del giovane, il suo saper attendere, sperare, osservare, condividere. Meno male. Sì perché, a sentire ‘garden designer’ mi si era tornata in mente una scenetta di molti anni fa, a Udine, in una strada che divideva lussuosi appartamentini per giovani coppie. Di prima mattina sento una cantilena antica, conosciuta. Mi affaccio alla finestra puzzolenti tagete. Un tribudio di gialli e arancioni. C’è un signore che cammina con la sua strana bicicletta per mano e, prima sommessamente e poi sempre più forte grida: ‘El gu-ooo.’ Silenzio e poi ‘il guu-oo’. ‘Chi?’ (voce di giovane donna). ‘Il guoooo’. – ‘Chiiii?’ – ‘Signora, il guo, (sorvolo sulla parolaccia), l’arrotino…!

Apprezzo molto, di Manuel l’autodefinirsi ‘giardiniere’. Una parola antica, nobile. Mette insieme vocazione e professione, passione e fusione con la terra, la Terra Madre.

Auguri, giardiniere!

Aldina

martedì, 25 Giugno 2019

Resoconto Incontro 19 giugno 2019

Resoconto dell’incontro mensile di mercoledì 19 Giugno 2019

“Ortensie, dalle origini ad oggi tra storia e diffusione”

Al nome comune ortensia vengono date diverse origini.
La più accreditata è che il botanico francese Filiberto Commerson, al ritorno da una spedizione botanica in onore di sua figlia Ortense, decise di chiamare appunto Ortensia questa pianta trovata nelle Indie Orientali tra il 1766 e il 1969.
Alla fine del 1800 fu stabilito che il nome del genere fosse Hydrangea dal greco hydro o hydor (acqua) e angeon (vaso o contenitore).
In Nord America sono stati trovati fossili di ortensie risalenti a 40 – 70 milioni di anni fa perfino in Alaska e Groenlandia. A quel tempo gran parte dell’emisfero nord era coperto da foreste temperate.
Il genere Hydrangea si trova principalmente nell’emisfero settentrionale, sparso in Asia orientale specialmente in Cina e Giappone.
E’ stato trovato pure in Vietnam, in Indonesia arrivando fino all’equatore.
Ci sono specie native del nord America, dell’America centrale e giù fino alle Ande. Queste più a sud sono comprese in una sezione a parte chiamata Cornidia. Sono cespugli e rampicanti legnosi sempreverdi (dal sud America H. Seemanii).
Il genere Hydrangea non è mai stato trovato in natura in Europa.
Per il giardinaggio le più importanti sono le orientali H. Macrophilla, H. Paniculata, H. Serrata e le americane H. Arborescens e H. Quercifolia.
La prima Hydrangea coltivata in Europa fu la H. Arborecens introdotta dalla Pennsylvania nel 1736 per merito di John Bartram, primo botanico americano, autodidatta. Fu una figura chiave nella scoperta e propagazione delle nuove piante del Nord America Orientale. Viaggiò per 30 anni, spesso in zone mai visitate raccogliendo nuovo materiale che inviava al Chelsea Physic Garden. La sua più grande scoperta è stata la Hydrangea Quercifoglia che trovò insieme a suo figlio William sui monti Alpachi in Georgia introno al 1765. A Philadelphia c’è ancora il suo vivaio che è considerato il primo orto botanico d’America.
Le specie Cinesi furono introdotte in Europa molto tempo dopo e inizialmente furono confuse con le Giapponesi. Vennero raccolte in giardini dove vennero coltivate molto tempo prima che fossero conosciute dagli Europei.
Oltre alla Paniculata sono native della Cina H. Anomala, H. Aspera e H. Heteromalla.
L’introduzione delle H. Giapponesi nel mondo occidentale sono dovute principalmente agli Olandesi che trassero i loro profitti in seguito
alla rappresentanza di quella che era diventata la “Compagnia delle Indie Orientali”.
Quasi cento anni dopo il botanico svedese Thunberg che visse per un periodo nella stazione della “Compagnia” descrisse la prima Hydrangea a Palla, che però non riconobbe. Nel suo libro “Flora Japonica” classificò le Hydrangee come viburnum macrophyllum e V. serratum.
Le varie specie di Hydrangee sono così diverse sotto tanti aspetti che un errore di classificazione è facilmente comprensibile. Non ci sono caratteristiche vegetative comuni che leghino a prima vista le varie specie tra loro. Le parti appariscenti, foglie, fiori, forma della pianta sono molto diverse da una specie all’altra. I fiori vanno dai totalmente fertili (H. arb. “Hills of Snow”) ai lacecap o teller (che sono metà e metà) fino ai quasi totalmente sterili delle comuni H. macrophilla.
Oggi sappiamo che l’origine botanica delle ortensie macrophylla è nelle regioni costiere del Giappone tanto che per un periodo furono chiamate Hydrangea maritima. Le varietà introdotte in Europa dal Giappone sono le antenate di piante tuttora popolari (H. m. Mariesii, H. m. Otaksa, H. Serrata Rosalba).
Agli inizi del 1900 vivaisti francesi, inglesi e tedeschi ibridarono una vasta gamma di piante, molte di questa sono state perse durante la seconda Guerra Mondiale, specialmente le francesi, ma molte sono ancora con noi.
Negli anni successivi altri ibridatori continuarono la ricerca tesa ad ottenere piante rustiche che resistessero alle gelate tardive che rovinavano la fioritura. Il lavoro più grande in questo senso è stato fatto dalla natura con le mutazioni naturali.
Nel 1998 il botanico Michael Dirr notò un’ortensia che continuava a fiorire anche a settembre…era la realizzazione del sogno di molti botanici: trovare un’ortensia rifiorente, cioè che fiorisce non solo sulle gemme formate l’anno precedente ma anche su quelle dell’anno in corso. La cosa suscitò grande entusiasmo in un paese come gli USA dove negli stati del nord le gelate tardive sono frequenti. Dopo molti test fu stabilito che la mutazione era stabile, la pianta fu registrata e messa sul mercato con il nome di H. “Endless Summer”.
Altri ibridatori, partendo da Endless Summer hanno ottenuto altre linee rifiorenti.
La serie “forever & Ever”, H. m. Cameroun, H. Serrata Veerle, Hydrangea mac. Serie Magical, molte tra le varietà di paniculata, quercifoglia, arborescens… le potete trovare visitando il sito www.susigarden.com

sabato, 1 Dicembre 2018

Appuntamento mensile del Circolo Amici in Giardino: dicembre 2018

MERCOLEDÌ 12 dicembre ORE 17:30
a Palmanova (UD)

Il nostro prossimo appuntamento a Palmanova ci darà l’occasione per festeggiare i 10 anni di fondazione del nostro circolo.

La serata inizierà con dei brevi interventi dei soci che hanno ricoperto la carica di presidente del circolo in questi 10 anni, a seguire sarà proiettato un video sulle gite fatte nei dieci anni della nostra attività, video realizzato dalle nostre socie Franca Morasutti ed Emanuela Alberini.

Nel corso dell’incontro ci sarà anche un brindisi e la possibilità per lo scambio di Auguri per le prossime festività.

Vi aspettiamo numerosi come sempre…ci sarà una sorpresa per tutti i soci.

lunedì, 5 Novembre 2018

Resoconto Incontro 19 ottobre 2018

Resoconto dell’incontro mensile di venerdì 19 ottobre 2018

Conferenza di Enrico Riva

ASTER BOTANICI

Gli aster sono piante facili ben conosciute perché rientrano spesso nella tradizione di orti e giardini delle nonne che di generazione in generazione ci hanno tramandato. Piante con poche problematiche che danno tanta soddisfazione perché escono in un periodo della stagione quando la maggior parte delle erbacee perenni hanno già fiorito. Sono piante molto rustiche, hanno pochissimi problemi dal punto di vista della resistenza al freddo.

La maggior parte degli aster coltivati e che esistono nei nostri giardini sono di origine nord americana, ma hanno una reale molto vasta che va dal Canada, Quebec, Terranova, o dal Canada centrale in alcune altre specie, fino alla Florida, Carolaina, Georgia, sud degli Stati Uniti più profondo, con una temperatura che va da – 35/-40 gradi a + 40/45 gradi.

Principali gruppi

  • specie nord americane (novi-belgii, novae-angliae, cordifolius, lateriflorus, ericoides, pringlei);
  • specie europee (amellus e relativi ibridi, alpinus, pyrenaeus); che vivono in condizioni molto difficili, aster amellus e aster pyrenaeus vivono in zone rocciose e siccitose di montagna, sulla catena dei Pirenei.
  • specie asiatiche ( spathulifolius, thompsonii); Lo spatulifolius a foglia grigia carnosa, molto resistente anche in situazioni estreme, il thompsonii è una specie himalaiana.

Durante la stagione hanno fasi più o meno belle, si fanno notare molto lentamente dopo il loro taglio post invernale, escono gradualmente durante l’estate arrivando ad una certa altezza e vanno in fioritura da settembre in poi a seconda delle varietà.

La parola “Aster” proviene dal greco che significa fiore a stella, la maggior parte hanno fiori semplici a stella, in alcune varietà con fiori doppi che generalmente sono frutto della casualità. Molto spesso le migliaia di cultivar che si conoscono sono stati frutto della casualità. Giardinieri accorti hanno individuato delle mutazioni su varietà già esistenti e moltiplicati per talea sono riusciti a portare avanti i caratteri, anche nel nostro vivaio casualmente un ramo fiorito viola è mutato in colore rosa… moltiplicato per talea ha mantenuto assolutamente i caratteri. Si riproducono molto bene anche da seme, ma le caratteristiche nate da seme cambiano notevolmente, sono molto, molto variabili.

Coltivazione

Gli aster si adattano a situazioni intermedie con almeno mezza giornata di sole durante la fase vegetativa, alcune varietà riescono a tollerare situazioni d’ombra, ad esempio i cordifolius e i divaricatus di origine nord americana che vivono generalmente ai margini di zone boschive.
La maggior parte prediligono un terreno drenante e tendenzialmente neutro evitando il marciume delle radici, non necessitano di irrigazioni frequenti, resistono a fasi particolarmente asciutte.
Non necessitano di concimazioni troppo eccessive sopratutto azotate (letame, stallatico) che renderebbero tenera ed allungata la vegetazione, rendendola sensibile ad attacchi di mal bianco. Enrico ci consiglia la cornunghia che è un concime ricco di fosforo e potassio.
Il mal bianco si può combattere con trattamenti a base di zolfo oppure con macerato di assenzio.
Ad inizio estate fine giugno, sopratutto per le varietà più vigorose tagliare a 5 – 10 cm dalla base, in questo modo si hanno dei vantaggi, si stimola la pianta ad emettere nuovi rami più ramificati con una fioritura più abbondante e un’altezza inferiore alla media.
Alcune varietà arrivano ad un metro di altezza e con la potatura di giugno si limita l’allettamento (crollo della pianta in fase di fioritura).
Una seconda potatura a novembre inoltrato con le piante sfiorite tagliando alla base la vegetazione per favorire la preparazione di nuovi germogli.
Nel caso le piante siano inserite in bordure miste, accanto a graminacee o altre erbacee perenni di una certa consistenza, le infiorescenze secche tipo echinacee, agastacee, in inverno diventano un elemento molto decorativo… tagliare gli aster a fine gennaio, inizio febbraio per godere l’effetto della brina su questi gruppi di vegetazione a riposo.

Moltiplicazione

Ogni 4 – 5 anni provvedere alla divisione dei cespi in 4 parti e mettere subito a dimora, preferibilmente ad inizio stagione, a marzo, quando la pianta ha emesso circa 10 – 15 cm di vegetazione. Si può moltiplicare anche per talea, si prelevano gli apici e si fanno radicare in terriccio mischiato con sabbia e tenuto un po in ombra e costantemente umido per 15 – 20 giorni.

Abbinamenti in giardino

Non sono di facile collocazione visto l’altezza che generalmente raggiungono, si possono posizionare negli orti con portamento a siepe accostandoli a dalie, cosmos, gladioli ed iris. In questo modo dall’inizio della primavera all’autunno si potrà raccogliere con continuità ed abbondanza dei fiori recisi per vari utilizzi. l’accostamento tipico è quello con le graminacee (miscantus , panicum, calamagrostis, muhlenbergia) oppure ad altri gruppi di erbacee perenni (solidago in varietà, echinacea, rubdeckia, persicaria, helenium, eupatorium, heliantus, anemoni) giocando sulle tonalità si unisce un incantevole aspetto estetico alla praticità di un supporto laterale che li sosterrà durante la fase di fioritura, fase in cui solitamente le piogge aumentano considerevolmente il peso della fioritura.

Alcune foto di aster e altro… di Elisa

martedì, 6 Giugno 2017

Resoconto Incontro 17 maggio 2017

Mercoledì 26 maggio 2017

Resoconto conferenza mercoledì 17 maggio 2017 ALESSANDRA CHERMAZ

CHI CURA CHI?

Far crescere le piante ci aiuta a vivere meglio, la riabilitazione attraverso la natura.
Appassionata di piante e giardini da sempre, ha seguito dei corsi alla scuola di Agraria del Parco di Monza come garden designer, in quell’occasione per la prima volta sentì parlare della Horticultural Terapy-HT , come fare giardini accessibili a tutti, dare supporto ai disabili con tecniche di orticoltura e giardinaggio. Essendo una persona abbastanza sensibile, pensava che non fosse adatto a lei accostarsi a persone che avevano problemi e al momento non aveva preso in considerazione . Successivamente era stato aperto un centro per i malati di Sclerosi Multipla a Trieste ed era stata invitata a partecipare. Lavorando all’Istituto Regionale Rittmeyer per i ciechi di Trieste, centro per non vedenti con plurihandicap, iniziò a mettere insieme la passione per le piante e la possibilità di aiutare qualcuno attraverso le piante, “ forse questa è la mia strada,” disse, alla fine decise di andare a New York per un corso di formazione come terapista orticolturale.

Sappiamo tutti quali sono i benefici del verde:
benefici fisici – miglioramento del microclima, purificazione e qualità dell’aria, la riduzione del rumore, controllo dell’erosione…
vantaggi estetici e culturali – giardini, orti Botanici…
valori economici – il valore della casa aumenta con il verde.

Benefici psicologici e sociali – Il miglioramento delle capacità cognitive dei bambini, l’accelerazione della guarigione nei centri ospedalieri dove la vista del verde attraverso le finestre il paziente ha un recupero più veloce e meno bisogno di antidolorifici.

La riduzione dell’assenteismo alla migliore qualità del lavoro, diminuzione dello stress, diminuzione dei conflitti domestici, case e condomini con parco e giardino c’è molta meno violenza nelle famiglie, diminuzione degli incidenti stradali…

l’immagine del giardino come luogo di incomparabile bellezza per trascorrere una vita serena e felice è antichissima nella storia dell’essere umano ed ha inizio dal principio del paradiso terrestre, i giardini infatti iniziano la sua storia, come luogo di cultura, proponendo l’aspetto religioso come elemento primario infondante.

Gli alberi hanno sempre affascinato l’uomo per la loro pluri-centenaria longevità, la potenza espressa dai loro tronchi poderosi, la loro maestosa chioma, le radici che penetrano nelle inesplorate profondità della terra. Nelle antiche civiltà gli sono state attribuite caratteristiche di sacralità e dimora di Divinità immaginarie.

L’olivo è considerato il simbolo della pace presso molti popoli della terra.
Nella mitologia dei Greci, dei Romani, dei Celti e di altri popoli erano numerose le specie di alberi sacri collegati a diverse Divinità: la quercia di Zues, l’Olivo ad Atena, Il mirto ad Afrodite, il fico a Dionisio, il cipresso a Plutone.

Particolare significato è stato attribuito presso varie religioni all’albero cosmico, in alto erge le radici e in basso volge i rami. Esso è rappresentato da varie specie: la quercia presso i Galli, il tiglio in Germania, il frassino in Scandinavia, l’olivo nell’Islam, la betulla e il Larice in Siberia, il ficus religiosa in India.

Perché un giardino può curare…la risposta è semplice, all’interno del nostro organismo non c’è scissione tra corpo e mente. il giardino predisponendo al bello, alla pace, alla quiete, infonde nel nostro corpo il benessere, il medico cura la natura guarisce.(Citazione di Aristotele). Il vero utilizzo della terapia Orticulturale risale all’Antico Egitto, i medici prescrivevano alle persone con disagi mentali di camminare nei giardini dei palazzi. I primi riferimenti sono stati reperiti in un monastero Irlandese e risalgono al 1.300. Successivamente si hanno solo notizie sporadiche, fino a quando Benjamin Rush padre della psichiatria americana a fine del 700 affermò che lavorare il terreno e coltivare le piante aveva un benefico effetto sulla salute mentale. Le sue scoperte furono considerate così innovative ed efficaci che si diffusero ben presto dappertutto negli Stati Uniti ed anche in Europa. Nel 1879 il Friends Hospital installò la prima serra con scopi esclusivamente terapeutici. Nel 1959, il New York University Medical Centre, rinominato Istituto di medicina riabilitativa Rask, iniziò un programma di terapia orticolturale nella serra annessa appositamente costruita. Questo centro continua ancora oggi la sua attività ed è famoso in tutto il mondo.

L’approccio alla malattia e alla salute attraverso la medicina tradizionale rappresentano un successo della scienza moderna e contemporanea. Viviamo in una società farmacocentrica senza dubbio caratterizzata dall’eccessivo ricorso al farmaco, spesso invece di cercare al nostro interno la soluzione ai problemi, finiamo col cercare una sostanza chimica. Molti di noi soffrono di un disagio degeneralizzato misto di ansia, fatica, stanchezza, solitudine che la scienza medica non riesce a sanare. Sono in aumento le malattie psicosomatiche, il nostro primo pensiero è ricorrere ai farmaci per stare subito meglio, non possiamo permetterci di star male, per il lavoro, per la vita quotidiana dobbiamo sempre stare bene tornare subito al lavoro ed essere produttivi.

Una passeggiata nel parco, star seduti sotto un albero, ci aiuta a “staccare la spina” Ammirare un fiore con la presenza totale della mente e del corpo ci allontana dalla situazione che ci preoccupa. Da studi fatti, la sensazione di pace, tranquillità, serenità si instaura nel giro di pochi minuti. Stare all’aria aperta è un potente antidoto allo stress cronico, previene e controlla l’ipertensione. Le attività del giardinaggio, inducono al movimento e di conseguenza sono di supporto alla fisioterapia. Lavorando in giardino ci esponiamo ai raggi del sole favorendo l’assorbimento della vitamina D che ci aiuta a prevenire l’osteoporosi. Quando si lavora in giardino la mente si libera di qualsiasi problema contingente, si viene completamente assorbiti da quello che si sta facendo. Le piante hanno la facoltà di catturare l’attenzione involontaria e la mente si svia…nel giardino non esiste la fretta, il tempo ha un suo valore.

Nelle persone anziane non va trascurato l’importante effetto di stimolo che le piante danno sullo stato precario di salute e la perdita delle forze. Nelle case di riposo, persone che erano attive cadono in situazioni di depressione, avere delle piante sulla finestra è un piccolo stimolo a prendersi cura delle piante ad andare avanti…

Il contatto con la natura ci risveglia i cinque sensi, alberi, fiori e colori, che cambiano con il mutare delle stagioni ci aiutano a migliorare il senso della vista. lavorare in giardino, si favorisce cognizioni motorie e la percezione dei sensi che nella vita quotidiana stiamo perdendo, la fragranza dei fiori stimola l’olfatto. Soprattutto per chi vive in città c’è sempre un rumore di fondo, (metropolitana, traffico) fare una passeggiata nel parco ascoltare il suono del canto degli uccellini, il rumore dell’acqua che sgorga da una fontana ci aiuta a ritrovare l’udito. L’ambiente, le piante ci danno materiale per abbassare lo stress lavorativo per recuperare il tatto. La maggior parte dei bambini oggi non sanno fare le capriole, non si siedono sull’erba…
l’albero rappresenta la comunicazione tra cielo e terra, con il fusto si arriva verso l’alto e con le radici rimane ancorato alla terra. Ha l’equilibrio corpo spirito, che tutti noi dovremmo avere, piedi saldi per terra, praticità e logica, apertura mentale, duttilità e capacità di adattamento.
Nella seconda parte della conferenza, Alessandra ci ha raccontato la sua entusiasmante esperienza a New York, per diventare terapista orticolturale ed in seguito portare la sua esperienza innovativa anche in Italia ed in Europa. Ha avuto la fortuna di avere come docente Gary Linkoff, travolgente professore di botanica che andava in giro per il mondo con i suoi studenti alla ricerca di piante sconosciute e sperimentare tutte le proprietà.

Presso l’Orto botanico di Trieste, ha adottato diverse tecniche disciplinari facendo riabilitazione con l’uso della terapia orticolturale a ragazzi e persone affette da disabilità intelllettiva e mentale.

Spesso le famiglie per troppo amore diventano iperprotettive con i figli portatori di handicap, rendendoli fragili, passivi nella vita quotidiana.
Alcune discipline applicate da Alessandra in un percorso di autonomia, per stimolare, migliorare la cura di se stessi e imparare a volersi bene. Sensibilizzare le percezioni olfattiva, tattile, gustativa, uditiva…

Il gruppo di ragazzi arrivava la mattina con il pullmino, avevano iniziato a fare merenda assieme ai docenti, il che li rese molto felici .C’è stato un intervento della RAI TRE, il giorno dopo hanno visto il servizio in TV, erano tutti entusiasti, si trovavano al centro dell’attenzione. Questa è stata una bellissima esperienza.

Per sensibilizzare il tatto ha adottato delle divise di lavoro con i bottoni, il primo approccio con la terra è stato con i guanti, poi piano piano venivano invogliati a togliere i guanti e prendere contatto con le mani nella terra. Hanno imparato a riconoscere gli attrezzi, toccando imparavano a conoscere e diventava una grande soddisfazione per loro. Fare un percorso con la carriola, all’inizio vuota e su un rettilineo, poi con le piante su un percorso a curve per migliorare l’equilibrio.

L’orto Botanico dispone di circa 6.000 mq di terreno tra giardino/orto/frutteto. Alessandra aveva adottato un’aiuola vicino al confine dove i ragazzi sperimentavano il ciclo delle piante e avevano modo anche di dialogare con le persone di passaggio.

Per stimolare sempre profumi nuovi, aveva aggiunto alle solite piante aromatiche, basiilco, timo ,rosmarino, salvia, menta, melissa…altre varietà, basilico greco, timo limonato…
Aveva sostituito merendine industriali raccogliendo con i ragazzi la frutta direttamente sugli alberi recuperando il profumo e il gusto, sostituito le bibite gassate con tisane fatte con erbe aromatiche e frutti di bosco raccolte nell’orto, creando una serie di emozioni, migliorando le abitudini alimentari.

Le molte attività con le piante, imparare i nomi, ricordarsi un nome scientifico, fare un diario giornaliero delle semine, per sensibilizzare la memoria.

il ciclo delle piante, semina, cura, crescita, raccogliere i frutti, i semi, morire…
un ragazzo si era particolarmente affezionato a delle piante di pomodoro, arrivato l’autunno la pianta incominciò ad ingiallire e perdere le foglie, lui non si rassegnava a lasciarla andare, era disperato, continuava a bagnarla… la natura ha fatto il suo ciclo e lui ha dovuto accettare la situazione. Queste piccole frustazioni ci aiutano a prendersi delle piccole responsabilità, a diventare grandi.

Abbiamo terminato con l’ultimo episodio, il degrado ambientale:
in un’area molto degradata in cui c’erano solo cicche e deiezioni di cane, Alessandra ha
sperimentato un giardino misto Zen. Con molta sorpresa dopo tre anni le piante erano rimaste, il giardino era stato rispettato. Soprattutto nelle città ci sono molte aree degradate, e bisogna invogliare i cittadini a migliorare e curare anche le aiuole pubbliche. Abbiamo constatato che il degrado porta degrado!

domenica, 29 Maggio 2016

Scoperta tra i rovi la rosa “Maria Teresa”

Il quotidiano, Il Piccolo, ha dedicato un articolo ai nostri soci Romeo e Liviana, che durante una passeggiata a Belvedere hanno trovato questa splendida rosa senza spine, profumata, e resistente alle malattie… battezzata “Maria Teresa” in ricordo dell’all’arciduchessa che regnò negli anni del 1700. Ora cresce rigogliosa nel loro Giardino “Rosa Mundi”. Saremo lieti in un prossimo futuro di poterla ammirare anche al Parco delle Rose a Grado.

Carissimi Romeo e Liviana, grazie a voi per la bella idea, questa splendida rosa darà pregio al Parco delle Rose un tempo tanto rinomato…

Articoli pubblicati su “il Piccolo”

romeo-e-la-rosa-ritrovata

Romeo Comunello mostra il roseto impiantato nel suo giardino (Foto Boemo)

foto da “il Piccolo

giovedì, 6 Agosto 2015

Perugia Flower Show 2015

perugia flower show 2015

12 e 13 Settembre 2015 presso GIARDINI DEL FRONTONE, Perugia.

Perugia Flower Show, mostra mercato di piante rare ed inconsuete, anche quest’anno torna con il suo appuntamento autunnale il 12 e 13 Settembre 2015 nella splendida cornice dei Giardini del Frontone, in Borgo XX Giungo a Perugia.

Diventato ormai un appuntamento florovivaistico irrinunciabile, la mostra mercato permetterà ai visitatori più esperti e ai nuovi appassionati di scoprire in anteprima nazionale le novità del settore e di incontrare i migliori collezionisti e produttori di rarità botaniche. L’edizione di settembre con i suoi caldi colori autunnali sarà interamente dedicata alle varietà più affascinanti che raggiungono il loro massimo splendore nel periodo che va da settembre a gennaio per permettere a chiunque di avere un giardino o semplicemente un balcone fiorito tutto l’anno, non solo in primavera.

mercoledì, 11 Marzo 2015

Vivai Priola: Giornata delle Viole 14 e 15 marzo 2015

Sabato 14 e Domenica 15 Marzo 2015
Porte aperte al Vivaio Priola

con orario continuato dalle 9:00 fino a sera INGRESSO LIBERO

Si svolgerà la terza giornata dedicata alle Viole.

I Giorni delle Viole
madrina della manifestazione la Sig.ra Silvia Arnaud Ricci (presente solo nella giornata di sabato)

Locandina: I giorni delle viole – Foto di Ferruccio Carassale
locandina i giorni delle viole al vivaio priolamarzo 2015

Ospiti delle due giornate saranno

  • Parma Color Viola – di Carlo Pioli Profumi a base di violetta
  • La cucina di Annalisa Dolci, torte e ricette artigianali anche con le viole
  • Le collezioni di Marina con i fiori dipinti su stoffa
  • Arredo da giardino – di Jelenc Marjan (artigiano del legno dalla Slovenia) con arredi da giardino in legno massiccio (coadiuvato dal nostro socio Stefano Morsolin)
  • Dino Davanzo “stampi – sculture d’erba” lavorazioni con erbe di palude
  • Gli intrecci di Massimo Villa saranno esposti alcuni intrecci realizzati da Massimo Villa

Altre info

Giornata delle Viole 14 e 15 marzo 2015::Vivai Priola

mercoledì, 11 Marzo 2015

Susigarden: porte aperte primavera 2015

Domenica 15 marzo 2015
Porte aperte al Susigarden

Orario: dalle 9.00 al tramonto INGRESSO LIBERO

porte aperte al Susigarden

Altre info

Susigarden

martedì, 10 Marzo 2015

Campus potatura: ortensie, rose, ulivo, ibisco

Concluso il ciclo di potature, grazie ai nostri soci, Sergio, Sandra, Romeo e Liviana, Luigi e Giuliana, Riccardo, Roberta e Clara, che ci hanno ospitato e trasmesso esperienze diverse, dal metodo biodinamico, alle rose, ortensie, ibiscus e potentille, ulivi…a Daniele che ci ha fotografato…ai soci che si sono prodigati a portare cibo e dolcetti deliziosi…e alla fine una bella passeggiata sulle colline di Moruzzo, immersi tra distese di crocus bianchi e azzurri, scille, epatica, leucoium…grazie a tutti per la bella compagnia.

martedì, 10 Marzo 2015

Nel giardino del Doge Manin: edizione 2015

Da sabato 21 a domenica 22 marzo 2015
Mostra floreale di piante e arredi per il verde

Orario: dalle 9.00 al tramonto INGRESSO LIBERO

Sede espositiva: Villa Manin, 33033 Codroipo (Ud)

Il parco della Villa ospita la seconda edizione di “Nel giardino del doge Manin”, un’innovativa manifestazione dedicata al florovivaismo più qualificato, con una particolare attenzione rivolta all’arredo e all’oggettistica da giardino: per la prima volta l’iniziativa si presenta nella sua “versione” primaverile, dopo l’esordio assoluto del settembre 2014, e quindi i protagonisti sono le piante, i fiori, i frutti che, per i prossimi mesi, sono chiamati ad abbellire i giardini e le terrazze.

Altre info

Nel giardino del Doge Manin

martedì, 10 Marzo 2015

Pollice Verde Gorizia 2015

Da venerdì 20 a domenica 22 marzo 2015

Orario: dalle 10.00 – 20.00 INGRESSO LIBERO

Sede espositiva: Gorizia, Quartiere fieristico Via della Barca, 15 – 34170 Gorizia

11a edizione

Esposizione e Mostra Mercato dedicata al giardino, all’orto, al verde urbano, all’ecologia, al vivere l’aria aperta

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Con Pollice Verde Gorizia celebra la Primavera… Piante e fiori per vivere in un ambiente più sano, più bello e per conoscere e rispettare l’ambiente e la natura. Il grande successo di visitatori delle ultime edizioni riconferma Pollice Verde un ottimo strumento commerciale e promozionale per le aziende del settore.

Dal 20 al 22 marzo 2014 appuntamento a Gorizia dove saremo presenti con lo stand di “Amici in Giardino”.

lunedì, 30 Dicembre 2013

Il curriculum verde di Luisa

Perteole, antico borgo rurale, dove sono nata e tuttora vivo con la mia famiglia.
Terra di bassa pianura friulana, terra paludosa, che con l’andar del tempo e le bonifiche si è trasformata in argilla pesante.

La mia casa è stata costruita tra il 1900/1910. Mentre scrivo, i ricordi della mia infanzia scorrono velocemente. I miei avi erano una famiglia numerosa che vivevano
con la mezzadria e la contadinanza poi.

Quando sono nata, i piccoli appezzamenti conquistati con tanta fatica si erano trasformati in una fattoria dove il cibo non mancava.

mercoledì, 2 Giugno 2010

Mezze lune di nocciole

Ingredienti:

  • 150 g di burro
  • 100 g di farina
  • 100 g di frumina
  • 300 g di zucchero
  • 50 g di noccioline tostate, pelate e macinate
  • 1 busta di zucchero vanigliato
  • 1 bicchierino di rhum o altro liquore
  • 5 uova
  • 1/2 busta di lievito
  • un pizzico di sale

Ammorbidire il burro e sbattere a crema con lo zucchero.

Aggiungere un rosso d’uovo alla volta e amalgamare bene.


Attenzione

Nuova sede per le riunioni

ORATORIO SAN FANCESCO, Contrada Garibaldi, 7

dove siamo