domenica, 10 Giugno 2012

Il Roseto di Ancarano e altri giardini

Il 2 giugno i soci di Amici in giardino hanno partecipato alla visita organizzata da Riccardo per il Roseto di Ancarano, i giardini di Armando a Chiampore, quello di Riccardo stesso e il roseto di San Giovanni. Tra i partecipanti c’erano le due valenti rodologhe del Circolo, Rosetta e Graziella, preziosissime per capire e ammirare il roseto di Valdoltra (non sempre splendidamente cartellinato). Loro ci hanno aiutato anche per le rose dei due piccoli giardini, che comunque eran presentate, insieme alle altre piante, dai due proprietari.
Siamo arrivati ad Ancarano e il pavone ci ha fatto il regalo più bello di mostrare tutti i colori della sua ruota. Abbiamo camminato lungo il viale di rose tipo la Parade, Yellow Speck ecc… Dopo il viale ci sono le Rose Moderne, la Sevigliana ed altre rose Tea. Siamo entrati nella collezione delle Rose di Fineschi. Lui regalò 200 rose all’ospedale nel 1998, rose come Ibridi di Moscata di Lens ed altre rose che il nostro socio Vremec ha messo a dimora. Ci siamo poi trovati sotto l’olivo centenario dell’ospedale. Pranzo con una allegra tavolata vista mare.

Quindi partenza per il giardino di Armando con piante che destavano meraviglia. C’è persino uno specchio d’acqua con le ninfee. E’ incredibile come dei piccoli spazi possono esprimere tanta personalità e tanto interesse botanico. Il giardino, in precedenza tenuto come terreno agricolo, è adesso in ristrutturazione. Il proprietario non vuole tuttavia eliminare del tutto il precedente: tra le piccole aiuole non c’è il prato inglese, ma pezzettini di prato stabile con fiordalisi, papaveri e altre essenze; Armando si è procurato le bustine da Elisa e così si ritrova piantine spontanee. In mezzo al giardino campeggia un gelso lasciato cresce a pochi metri e poi, piegando a terra i rami della sommità, si è riusciti a formare una capanna di more saporitissime. Silva, ad un certo punto, è scomparsa dalla bella compagnia ed è stata ritrovata mentre gustava una dopo l’altro i piccoli frutti. La mamma novantenne (sic!) di Armando ci ha raccontato che un loro cane ogni tanto spariva e bisognava ripescarlo all’interno della capanna di gelso dove anche lui ingurgitava more. E poi piante e piante e piante; cercate, amate, coltivate. Ad esempio c’è un’akebia quinata, che non fa frutti, ma solo fiori marron dall’odore di cioccolato. E’ una pianta maschile. Armando ha trovato la akebia femminile che ha fatto dei fiori bianchi e adesso aspettiamo (siamo tutti in attesa) i frutti. Da questo giardino vien fuori un personaggio curioso e appassionato, in continua ricerca.

Poi tutti da Riccardo nel suo giardino di città, eravamo stretti ma era come aggiungere un posto a tavola per tutti. Lì Riccardo e Silva coltivano piante che si aggiungono l’una all’altra nel tempo. C’è la rosa che la mamma regalò a Riccardo prima del suo matrimonio e le ultime ricavate da talee, ci sono diverse ortensie, alberi da frutta e molte altre piante. E’ uno spazio invaso da fronde in mezzo cui si cammina quasi come in un bosco. E c’è anche il piccolo sentiero segnato da pietre rotonde fatte da Riccardo stesso in cemento su cui sono disegnate immagini evocative. Ci sono scritte qua e là che rivelano il grande amore dei proprietari per questo piccolo spazio che per loro riveste significati particolari. E noi vediamo nuove piante e impariamo ancora.

Al tramonto nel Parco di San Giovanni con il profumo e la bellezza di migliaia di Rose.

Alcune foto della splendida giornata

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Le foto sono di Giorgio

Il testo di Silva e mio




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