giovedì, 17 Marzo 2011

Scarpe & Cervello 2010-2011

Lett(erat)ure di paesaggi la nuova campagna di Scarpe & Cervello 2010-2011

Per il 2010 abbiamo deciso di indagare i paesaggi regionali utilizzando “carte” interpretative particolari, cioè la descrizione dei luoghi prodotta da tanta letteratura che ha raccontato il territorio regionale. E’ nostra abitudine frequentare i luoghi con l’ausilio di strumenti cartografici che di volta in volta mostrano aspetti parziali del territorio e delle sue forme (carte geomorfologiche, storiche, topografiche, ecc). Ciascuna di queste carte è un’idea del luogo prodotta dall’estensore del prodotto cartografico sulla base dei suoi interessi e della sua capacità di conoscere e dar forma al territorio attraverso il processo di rappresentazione. La nuova campagna di Scarpe & Cervello vuole percorrere i luoghi con una carta in più, quella non disegnata, ma raccontata, dalla letteratura. Sono “carte” composte da parole che permettono di cogliere l’atteggiamento dello scrittore nei confronti del territorio, ma anche alcuni caratteri dell’ambiente. La costruzione di queste mappe mentali a volte ha profondamente influenzato il nostro modo di percepire luoghi frequentati solo dopo letture antiche (penso agli spazi esotici dei romanzi di avventure che descrivevano geografie che ancora oggi non ho mai visitato). Per le escursioni del 2010 abbiamo deciso di esplorare luoghi descritti dall’ingegno letterario per rendere ancor più evidente il salto che esiste tra un paesaggio reale e in continua trasformazione e quello ideale del racconto. Ci interessa indagare come la letteratura disegni una carta dei luoghi che può essere affiancata alle rimanenti carte tematiche indispensabili per raccontare il nostro territorio friulano. La nuova campagna regionale ha per titolo Lett(erat)ure di paesaggi e vuole mostrare una selezione di territori regionali contemporaneamente alla descrizione letteraria, o dal “disegno” di quei luoghi offerta da altrettanti scrittori.

Paesaggi e mappe mentali,

L’idea che sta alla base di questa iniziativa, legata alla campagna di Legambiente Scarpe & Cervello, prevede l’utilizzo della letteratura quale speciale “fonte” docume ntaria nella “lettura” del territorio in quanto l’angolo di visuale da essa proposto costituisce, di per sé, un punto di osservazione privilegiato, “allarmato”, cioé non ingenuo, rispetto agli stimoli offerti dal paesaggio.

I luoghi della letteratura sono spesso luoghi-paesaggi descritti o raccontati, come nella scrittura di viaggio, talvolta servono da fondale allo svolgersi delle vicende, altre volte sono evocati, trasfigurati, immaginati, scarnificati, come nella poesia di Andrea Zanzotto, il poeta del paesaggio per eccellenza, dove tutto l’universo simbolico scaturisce dalla “terrestrità” del paesaggio solighese e in esso si conglomera in entità di versi che hanno una densità geologica pietrosa, per fare un esplicito riferimento alla sua ultima opera dal titolo Conglomerati, edita nell’ottobre 2009.

È utile, ai fini della nostra ricerca, fare qualche riferimento alla poesia zanzottiana perché contempla molti degli aspetti che ci interessano. A partire dalla sua prima raccolta, intitolata significativamente Dietro il paesaggio, tutta la produzione poetica e anche narrativa di Zanzotto trova il proprio perno, il centro di una convergenza-divergenza di motivi e temi, nel luogo- paesaggio, nella stratificazione storico-culturale, individuale e collettiva a cui esso rinvia. Il paesaggio è fonte di ispirazione-rivelazione di realtà terrigene legate alla dimensione più arcana della natura, e al tempo stesso “documento” che conserva la memoria storica, linguistica e infine culturale di un ambiente antropologico: essa si trova così ad essere sedimentata negli strati geologici della terra e per questo è immanente. Il paesaggio è però anche scenario terrifico dove si consuma la “cremazione” della civiltà alla quale l’occhio visionario del poeta assiste come all’interno di una drammatica allucinazione.

Il luogo-paesaggio diventa, in alcuni casi, importante topos stilistici in quanto assume una connotazione quasi psicologica, una sorta di promanazione dell’universo sentimentale dei protagonisti dei romanzi. A questo proposito basta pensare ai paesaggi di Guido Piovene in Lettere di una novizia, per citare il romanzo forse più conosciuto dello scrittore vicentino, dove paesaggio e psiche della protagonista si fondono e confondono in quella indefinitezza di contorni che ben rappresenta l’ambiguità sentimentale di Rita: in cui si alternano stati di coscienza privi di orientamento, se non quello della convenienza, e dove emerge un cinico, e via via sempre meno taciuto, compiacimento morale, o malafede. Il paesaggio collinare veneto, spesso obnubilato da complici nebbie-veli che ne impediscono la visione, nell’immaginario creativo pioveniano ben rappresenta questo stato di sospensione sentimentale: la sinuosità che lo caratterizza, infatti, costringe l’osservatore a un continuo mutamento dello sguardo, per cui egli si trova sospeso nella perenne oscillazione tra orizzonti sbarrati e improvvisi squarci di vedute. Si tratta di un paesaggio-specchio che trova espressione anche nella trasfigurazione fantastica presente in un’altra importante opera di Piovene dal titolo Le furie.

Molti luoghi assumono inoltre una rilevanza stilisticamente significativa in quanto servono a connotare una particolare realtà antropologica: la specificità propria di un ambiente etnografico risulta, cioé, strettamente correlata alla sua dimensione topografica, al luogo di appartenenza. Questo è tipico di molta letteratura dell’Ottocento per esempio (ricordiamo i racconti nieviani o quelli di Caterina Percoto, ma anche quelli di Giovanni Gortani e di Francesco dall’Ongaro), ma non solo, pensiamo al Pasolini de Il sogno di una cosa, o alla letteratura turoldiana, dove i luoghi assumono una valenza anche concettuale, ideologica e infine politica. In questi casi il paesaggio costituisce l’ossatura stessa della narrazione, il tessuto su cui si costruiscono le vicende e il carattere stesso dei personaggi.

Le coordinate di riferimento che ci hanno permesso di scegliere i testi e di costruire le diverse ipotesi di visita indagano le seguenti categorie:

  1. il paesaggio descritto

    Descrizioni di paesaggi naturali e antropologici: in questo caso l’interesse del testo è dato naturalmente, oltre che da un suo pregio stilistico, soprattutto dal suo essere documento, testimonianza che consente una lettura diacronica del luogo stesso (confronto passato-presente).

  2. il paesaggio trasfigurato

    Rappresentazioni di paesaggi immaginati, sognati, ricordati, evocati…

  3. il paesaggio ignorato/non visto

    Rappresentazione di paesaggi-fondale, descritti con noncuranza; oppure paesaggi ignorati completamente, a cui magari si fa riferimento, ma che di fatto non compaiono nella narrazione attraverso una vera descrizione che dall’indifferenza generino quel contrasto che illumina.

Questa iniziativa si propone di percorrere i territori friulani che presentano un particolare interesse sul piano paesistico -anche in termini di eme rgenza ambientale-accostando la lettura scientifica a quella letteraria, creando un necessario, e talvolta spaesante, spostamento dei consueti punti di rife rimento per provare a costruire una lettura critica non scontata e aperta alla complessità che il te ma paesaggio implica. Non si faranno letture in loco, i testi verranno segnalati e resi scaricabili prima delle escursioni e sarà cura dei partecipanti prenderne visione per tempo per poter poi contribuire al dibattito che si farà durante la visita.




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