mercoledì, 15 Maggio 2013

Visita ai giardini Laziali: Ninfa, Landriana, Torrecchia…

Racconto di un viaggio

di [Paola Colucci]

L’organizzazione del viaggio in Lazio sembrava confezionata su di me: da anni infatti desideravo vedere Ninfa, la Landriana ed il centro Moutan; ebbene, ora ho visto questi ma anche altri luoghi tutti incantevoli.

Provate a portare fuori, in un bel torpedone con un amorevole autista, un gruppo nutrito di giardinieri, è uno spettacolo unico, quando, ad esempio, li “liberate” in un posto come il centro Moutan: letteralmente sciamano, saltellano, impazziscono; d’altra parte non capita tutti i giorni di vedere un’intera collina, inserita in un paesaggio dolce ed opulento, interamente ricoperta di peonie colorate e profumate…per non parlare di Torrecchia.

Eravamo il terzo gruppo in assoluto ad essere accolti in questa tenuta del principe Caracciolo, che immaginavo vestito come il mago Zurlì, ma non c’era. In compenso c’erano due fantastici giardinieri che ci hanno guidati (sempre che si possa guidare un gruppo di amici in giardino…) nel parco perfetto. Inserito in una cornice tipo quadri del ‘700, con tanto di castello e rovine sparse, laghi e laghetti, Torrecchia è forse il più bel giardino che io abbia mai visto. Equilibrio tra le parti, richiami ma anche varietà nelle aiuole bellissime, luoghi da sole e da ombra con conseguenti piante, una davidia involucrata enorme e fioritissima, un capolavoro dei paesaggisti migliori in circolazione. L’insieme induce grandi suggestioni, cui il tempo non soleggiato in fin dei conti dona.

Ninfa poi è un luogo incredibile: un intero borgo medioevale diroccato, completo di basilica spaccata a metà con affresco in vista, acque di fiumi e laghi, fiori romantici di tutti i tipi. L’abbiamo vista anche dall’alto: le acque di un lago contenuto dagli sbarramenti la lambiscono, tutt’intorno ci sono le mura!

Il giorno seguente ci siamo scatenati tra le rose di Maresa Del Bufalo, un’anziana pimpante signora che, essendo architetto, ha sostenuto i suoi meravigliosi enormi cespugli di rose con strutture varie e bellissime.

Tra le rose più belle la General Schablinke, la rossa Agrippina già ammirata a Ninfa, come La Follette, inoltre la Belle Portugaise, la Souvenir di Mme Viennot, Anghela e molte altre.

Poi la Landriana. A me è piaciuta moltissimo, mi sembrava di veder svolazzare tra le sue aiuole bellissime Lavinia Taverna, il cui libro sul giardino mediterraneo ha regalato pagine indimenticabili sull’entusiasmo di vedere nascere piantine dai semi di godetia, suo primo esperimento, sulla gioia di tappezzare un terreno difficile con un prato di timo…anche qui abbiamo trovato tante varietà di piante ed ambienti. La terra bruna non si vede mai, lei desiderava tappezzare il più possibile con piante, anche al piede delle rose, quindi ophiopogon, mazus reptans e mille altre cose. Qui c’è anche l’impronta di Russel Page, ma a me piacevano di più gli ambienti ideati dalla Taverna.

Dopo la sosta enogastronomica (buoni i carciofi bianchi…) siamo andati da Antje Presti, e qui la commozione è giunta al massimo.

Un ambiente particolare, ombroso, cui neppure un tornado che ha travolto alcuni alberi grandi ha potuto togliere grazia e bellezza. Pur dispiaciuta dalle perdite avvenute nel suo giardino l’anziana proprietaria ci ha guidati a godere del paesaggio particolare da lei creato: una distesa alla Piet Udolf, solo da ombra, con ciuffi di graminacee, praticelli di timo e sassifraga, iris qua e là, aglietti varii…niente di costoso frutto di grandi paesaggisti, ma una vita passata a raccogliere piante anche dalle colline circostanti e un buon gusto “bestiale”!

Ultima tappa il parco di villa d’Este a Tivoli, monumentale e ricco di stupefacenti fontane e giochi d’acqua. La varietà di ciò che abbiamo visto è stata quindi fonte di grande divertimento, le cose viste ci hanno insegnato molto. Una volta di più abbiamo notato come ogni giardino rifletta la personalità di chi l’ha creato, dando vita ad ambienti totalmente diversi l’uno dall’altro.

Nota di malinconia: i grandi giardini, grandi non solo e non tanto per estensione, quanto per bellezza, hanno proprietari molto anziani…ciò vuol dire che ci vuole una vita per realizzare i nostri sogni di giardinieri… e nella fretta non ci accorgiamo che invecchiamo!




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