domenica, 30 Aprile 2023

Resoconto Incontro aprile 2023

MERCOLEDÌ 19 aprile ORE 17:00
a Palmanova (UD)

Camilla Zanarotti, paesaggista e proprietaria di uno splendido giardino in provincia di Vicenza, è tornata al Circolo per parlare di Pietro Porcinai, eclettico paesaggista, botanico, urbanista e molto altro, precursore di una visione del paesaggismo che avrebbe fornito le linee guida per il futuro, tenendo conto anche dei problemi che sarebbero sorti in seguito allo sviluppo urbano avvenuto nel dopoguerra. Nato nel 1910, è stato l’architetto del paesaggio italiano tra i più importanti del ‘900; nell’arco della sua lunga carriera ha progettato e realizzato giardini, parchi, aree industriali e villaggi turistici, aree stradali e spazi agricoli, sia in Italia che all’estero.

sabato, 25 Marzo 2023

Resoconto Incontro marzo 2023

MERCOLEDÌ 15 marzo ORE 17:00
a Palmanova (UD)

Forse il titolo non era esattamente questo ma l’argomento era proprio un approfondimento sull’impiego e sull’evoluzione delle rose, all’interno di un ipotetico giardino, nell’arco di tutto un anno.

venerdì, 3 Marzo 2023

Appuntamento mensile del Circolo Amici in Giardino: marzo 2023

MERCOLEDÌ 15 marzo ORE 17:00
a Palmanova (UD)

Nostra ospite relatrice Laura Furlan

LE ROSE NELLE ALTRE STAGIONI
Quando ci apprestiamo ad acquistare una pianta di rose per il nostro giardino, di solito ci concentriamo: sulla forma, il colore del fiore, e sullo spazio a disposizione.
Le fioriture, anche nelle varietà rifiorenti, non sono presenti durante tutto l’anno. Ci sono però altre caratteristiche, oltre al fiore, che rendono alcune rose dei veri a propri arbusti da giardino, con caratteristiche apprezzabili tutte le stagioni.

Partiremo dalle origini storiche delle rose e delle loro ibridazioni per arrivare a raccontare la bellezza di rose poco note in stagioni insolite.
Il racconto sarà completato dall’utilizzo di immagini fornite dai proprietari dell’ex vivaio la campanella.

CHI SONO
Mi chiamo Laura. Sono nata in campagna ai piedi dei Colli euganei. I miei genitori mi hanno trasmesso la passione e l’attenzione al mondo vegetale.
Quando avevo 15 anni mia madre, decide di aprire un vivaio dedicandosi alle produzione e vendita di rose antiche e da collezione.
Dopo gli studi in scienze ambientali, ho lavorato a tempo pieno in vivaio fino al 2017.
Attualmente sono guida ambientale escursionistica e didattica. Mi occupo di raccontare con passione il mondo naturale e vegetale a bambini ed adulti, con sguardo attento ai dettagli e ai misteri delle piccole cose.

Laura Furlan

domenica, 29 Gennaio 2023

Resoconto Incontro gennaio 2023

Cari amici in giardino,

in occasione della conferenza mensile del circolo, sono intervenuti nella sede a Palmanova Mario Mariani e Matteo Boccardo del vivaio Central Park che si trova in provincia di Novara, un’eccellenza nel mondo del florovivaismo italiano. Mario è un cercatore di piante di tutto il mondo che si trovano alle nostre latitudini, uno sperimentatore che nel suo vivaio propone piante insolite di ogni tipo.

martedì, 13 Dicembre 2022

Resoconto Incontro novembre 2022

Carissimi Amici giardinieri,

sollecitati dall’esaustiva presentazione che Luisa ci aveva inviato lo scorso 6 novembre, ci siamo ritrovati numerosi all’incontro di ieri pomeriggio per ascoltare l’agronomo Claudio Baldazzi che con maestria, grazia ed una verve incontenibile ci ha presentato il suo giardino di Moglia, nella Bassa mantovana che tutto può essere fuorché un ‘giardino pigro’! La sua casa non grande, ad un solo piano, appare avviluppata in nuvole di svariati colori composte da arbusti auto abbarbicanti che la proteggono nelle roventi giornate estive favorendo un piacevole microclima anche all’interno. Quando le ‘nuvole’ eccedono mettendo a rischio le tegole del tetto, nel tardo autunno vengono spuntate e tutto torna in ordine.

giovedì, 3 Novembre 2022

Resoconto Incontro ottobre 2022

Fucsie, ballerine in giardino …

Nel corso dell’incontro del circolo a Palmanova, Marta Stegani, titolare del vivaio “I giardini delle essenze perdute” di Busto Arsizio, ci ha parlato del mondo delle fucsie. Considerati fiori della nonna, le fucsie vivono ora un periodo di riscoperta, anche grazie a Marta che si dedica a loro, da sempre coltivate in Inghilterra dove formano anche grandi siepi grazie al clima che garantisce (o garantiva?)loro estati fresche ed inverni non troppo rigidi.

mercoledì, 25 Maggio 2022

Resoconto Incontro 18 maggio 2022

La conferenza a Palmanova è stata un fuoco d’artificio dall’inizio alla fine. Il nostro ospite conferenziere Francesco Zanin è arrivato con una bella carica di entusiasmo che in brevissimo tempo ha coinvolto tutti.

sabato, 23 Aprile 2022

Resoconto Incontro 20 aprile 2022

Marco Barbaro, agronomo e insegnante di matematica e scienze, in occasione dell’incontro mensile del circolo ci ha parlato delle sue esperienze nel mondo del giardinaggio, culminate nella creazione del suo attuale giardino a Fagagna, dove ha saputo creare, relativamente in poco tempo, un luogo ricco di piante, principalmente erbacee perenni e graminacee, ma anche rose, e conifere particolari, che conferiscono al sito già bello e panoramico di suo, un aspetto poetico, tra lo scapigliato e l’ordinato, tra il romantico e il moderno: insomma, non manca niente, neppure arredi a segnare dei punti in una visione molto profonda che sconfina nella circostante campagna.

mercoledì, 23 Febbraio 2022

Resoconto Incontro 16 febbraio 2022

RESOCONTO CONFERENZA SILVIA ASSOLARI Mercoledì 16 febbraio 2022

“Conoscere le specie selvatiche“

Una delle cose che tipicamente confondiamo tra le piante coltivate e le piante selvatiche sono i tempi, siamo abituati con le specie coltivate, a seminare un prato e vederlo subito crescere… le specie selvatiche mettono molto più tempo 1, 2, 3 anni…dipende dalle specie e non danno un effetto immediato.

lunedì, 20 Dicembre 2021

Resoconto Incontro 15 dicembre 2021

Quello di ieri al circolo con Dina, è stato un incontro particolare, fonte di riflessione ed occasione per vedere la passione di noi tutti, il giardinaggio, da un’altra angolazione, nuova e diversa, anzi dirò di più, per vedere noi stessi immersi e parte della natura.

domenica, 21 Novembre 2021

Resoconto Incontro 20 ottobre 2021

Nell’argomento dell’incontro ho voluto attirare l’attenzione su quelle rose che a volte si scoprono, in luoghi più o meno abbandonati e diversi tra loro. Dalle rovine di una vecchia casa, tra i ruderi di un’antica villa, nei pressi di sepolcri dimenticati, sino a luoghi incolti e rinselvatichiti e boscaglie.

domenica, 21 Novembre 2021

Resoconto Incontro 15 settembre 2021

BEATRICE NARDINI: GLI HORTI ROMANI TRA ESTETICA E UTILITAS

Dopo le presentazioni di Elisabetta Palmitesta, la relatrice ha iniziato con la considerazione che noi contemporanei possiamo immaginare la sontuosità e magnificenza degli antichi giardini romani solo dalle fonti letterarie o iconografiche, oppure dagli scavi archeologici o, ancora, dalle analisi dei pollini o dai calchi delle radici.

mercoledì, 12 Febbraio 2020

Resoconto Incontro 22 gennaio 2020

Durante l’incontro la presidente del circolo Luisa ha relazionato sulle attività svolte nel corso del 2019, la segretaria Cristina ha presentato il bilancio che è stato approvato all’unanimità e si sono svolte le elezioni dei membri del Direttivo: Luisa è stata riconfermata presidente all’unanimità, allo stesso modo Cristina rieletta segretaria, Loredana per la cura della manifestazione Giardini aperti e vicepresidente, con Delia come collaboratrice, Osvaldo per la gestione del sito del circolo, Antonella collaboratrice per le conferenze; Elisabetta entra a far parte del Direttivo.

La progettista di giardini Simona Frigerio ha poi tenuto una conferenza dal titolo “Il giardino nell’epoca del cambiamento climatico”.

La relatrice ha voluto suggerire spunti di riflessione sul fatto che, al giorno d’oggi, chi realizza un giardino deve tener conto dei tempi che cambiano, della sempre minore disponibilità di acqua che si profila nel nostro futuro e degli sbalzi climatici.

Il nostro giardino non è una realtà a sé stante, perchè è inserito in un contesto generale da cui non si può prescindere.

In natura ci sono sistemi in equilibrio che si autoalimentano, ecosistemi che devono funzionare; pensiamo a quello della prateria cui si richiama l’inserimento delle graminacee nei moderni giardini, che è caratterizzato da scarsità di piogge. Il grande paesaggista olandese Piet Oudolf ha teorizzato la Dutch Wave, ossia uno stile di giardinaggio meno formale e più sostenibile, con ampio uso di erbacee perenni e graminacee.

In relazione al fatto che oggi il prato, che richiede l’uso di molta acqua, andrebbe ripensato e declinato diversamente, Simona ha citato i cosiddetti “prati dipinti” di Nigel Dunnet, in cui la ricerca per ottenere effetti visivi fioriti e molto colorati si accompagna all’idea di risparmiare in irrigazione e sfalci. Anche Olivier Filippi, autore del libro “Per un giardino senza irrigazione”, pone il problema, e nel suo vivaio a Montpellier nel sud della Francia propone piante che richiedono un ridotto apporto idrico, in particolare quelle mediterranee.

Simona ha dato poi alcuni consigli su come rendere più sostenibili i nostri giardini e provvedere al benessere delle piante con alcuni accorgimenti: piantare in autunno, creare una conca intorno alle piante e bagnare nel primo anno, poi una volta affrancate provvedere solo ad irrigazioni di soccorso in estate; curare il drenaggio per evitare che, nei periodi in cui ci sono grandi piogge, le piante “anneghino”. In caso di terreni argillosi è bene piantare facendo dei piccoli rialzi per le piante.

La relatrice ha poi parlato dei rain garden, facendo l’esempio di un’aiuola in Inghilterra dove, in un punto di ristagno delle acque soprattutto in periodi di piogge torrenziali, è stato creato un bacino di ritenzione dove sono state messe a dimora piante robuste che sopravvivono, trattengono l’acqua facendola penetrare nel terreno, evitando ruscellamenti al di fuori.

Un saluto a tutti i soci

venerdì, 11 Ottobre 2019

Resoconto Incontro 18 settembre 2019

Cari tutti, tra le tante attività del circolo, noi membri direttivo non sempre riusciamo a svolgere tutte le mansioni.
Mercoledì Giulia, la nostra vice presidente, non ha potuto partecipare alla conferenza, ho chiesto ad Aldina una piccola collaborazione per il resoconto ed ha accettato.
Il nostro circolo si regge sul volontariato e sulla collaborazione di tutti i soci. Grazie Aldina.

Resoconto dell’incontro mensile di mercoledì 18 Settembre 2019

Tutto esaurito alla prima riunione del Circolo, dopo le vacanze estive. E tutti puntuali.
Luisa, la Presidente, anticipa l’orario dell’incontro con Manuel Rosin, perché c’è una fibrillazione generale, anche delle piantine che, come di consueto, viaggiano di mano in mano, come dono o scambio.
Loredana prende la parola, ed è brevissima (che bravi ad esser brevi!)!
Emanuela è altrettanto sobria. Ha organizzato, temerariamente, la visita di solo un giorno a Guastalla, per l’attesissimo e rinomato mercato ‘Piante e animali perduti’. Qualche materna raccomandazione. Il resto sarà una sorpresa.
Manuel è pronto. Insieme alla morosa controlla gli appunti e le immagini.

Luisa lo presenta quasi con un cenno, come per non privarlo del tempo prezioso per la sua esposizione.
Quando Manuel, pur con voce ferma, dice d’essere un po’ emozionato perché ‘è la mia prima volta in pubblico’, una voce femminile suggerisce un applauso d’incoraggiamento.

E il garden designer se lo prende tutto, il coraggio, e sostiene la serata per quasi due ore fitte fitte di lezione.

Sa che i soci del Circolo sono amanti dei giardini, e profondi conoscitori di ciò che si fa di uno spazio asettico un luogo abitato dove star bene, e far star bene tutti, piante comprese, ovviamente.
Nonostante la sua giovane età, ha maturato molte esperienze e approfonditi studi vivendo anche cinque anni in Olanda.

Il posto giusto, mi pare. Poi, affrancato dalla guida di giardinieri famosissimi, si sente pronto per ‘tornare al suo giardino’. Prima o dopo, si desidera sempre tornare a casa! Nell’immaginario giardino dell’infanzia. Il perduto Eden.
Con molto equilibrio, la sua lezione affascina per quei passaggi dall’estrema tecnologia alla tradizione millenaria.

Come si fa un giardino? Si progetta, innanzitutto, dunque si immagina qualcosa che ancora non c’è, si disegna l’ancora invisibile!

Il garden design mi appare come un artista visionario. Come un alchimista, che studia circostanze e fattori che inspiegabilmente portano a un risultato razionale. Che accosta e sperimenta insoliti elementi che portano all’atteso (o disatteso) risultato, con originale raffinatezza e al tempo stesso semplicità.

Dunque tutto è freddamente pianificato dalla tecnologia? Niente magia, niente mistero, niente meraviglia, niente stupore?

Manuel, sicuro di sé, ci spiega l’importanza della prospettiva, della profondità di campo, dei vuoti da valorizzare ma non riempire, della ‘simpatia’ tra le piante, e naturalmente ha un affondo sul terreno, la luce, il vento. Tutto concorre per il tutto equilibrato, armonioso, salutare. Si sa, le piante sono come gli umani. Si stanziano dove stanno bene!

Guardo i presenti, silenziosi e attenti (l’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità, scrive Simone Weil).
Cosa staranno pensando? Ognuno con la sua sensibilità, la sua esperienza, avrà suppongo molte osservazioni da esporre, molte domande da sottoporgli.

Io esco un po’ prima, alla chetichella. Assorta, mi infilo in macchina. Palmanova-Lestizza. Non ci vuole niente. 15 minuti.

Invece, distratta dalle tante cose imparate che tento di ripetere per non dimenticare, infilo clamorosamente porta Udine e mi ritrovo non so dove. Mentre vago sperduta (dovrò ben andare dall’oculista!), mi torna quel definirsi di Manuel ‘Sono un giardiniere’ con umiltà. Con umiltà e consapevolezza. Dice ‘La passione mi è nata seguendo mio nonno nella sua vigna. E adesso mio suocero mi ha messo a disposizione un terreno per le mie ricerche, i miei esperimenti. Mi aiuta, assieme anche alla mia fidanzata’. Ah ecco, ritrovo l’umanità piena del giovane, il suo saper attendere, sperare, osservare, condividere. Meno male. Sì perché, a sentire ‘garden designer’ mi si era tornata in mente una scenetta di molti anni fa, a Udine, in una strada che divideva lussuosi appartamentini per giovani coppie. Di prima mattina sento una cantilena antica, conosciuta. Mi affaccio alla finestra puzzolenti tagete. Un tribudio di gialli e arancioni. C’è un signore che cammina con la sua strana bicicletta per mano e, prima sommessamente e poi sempre più forte grida: ‘El gu-ooo.’ Silenzio e poi ‘il guu-oo’. ‘Chi?’ (voce di giovane donna). ‘Il guoooo’. – ‘Chiiii?’ – ‘Signora, il guo, (sorvolo sulla parolaccia), l’arrotino…!

Apprezzo molto, di Manuel l’autodefinirsi ‘giardiniere’. Una parola antica, nobile. Mette insieme vocazione e professione, passione e fusione con la terra, la Terra Madre.

Auguri, giardiniere!

Aldina

martedì, 25 Giugno 2019

Resoconto Incontro 19 giugno 2019

Resoconto dell’incontro mensile di mercoledì 19 Giugno 2019

“Ortensie, dalle origini ad oggi tra storia e diffusione”

Al nome comune ortensia vengono date diverse origini.
La più accreditata è che il botanico francese Filiberto Commerson, al ritorno da una spedizione botanica in onore di sua figlia Ortense, decise di chiamare appunto Ortensia questa pianta trovata nelle Indie Orientali tra il 1766 e il 1969.
Alla fine del 1800 fu stabilito che il nome del genere fosse Hydrangea dal greco hydro o hydor (acqua) e angeon (vaso o contenitore).
In Nord America sono stati trovati fossili di ortensie risalenti a 40 – 70 milioni di anni fa perfino in Alaska e Groenlandia. A quel tempo gran parte dell’emisfero nord era coperto da foreste temperate.
Il genere Hydrangea si trova principalmente nell’emisfero settentrionale, sparso in Asia orientale specialmente in Cina e Giappone.
E’ stato trovato pure in Vietnam, in Indonesia arrivando fino all’equatore.
Ci sono specie native del nord America, dell’America centrale e giù fino alle Ande. Queste più a sud sono comprese in una sezione a parte chiamata Cornidia. Sono cespugli e rampicanti legnosi sempreverdi (dal sud America H. Seemanii).
Il genere Hydrangea non è mai stato trovato in natura in Europa.
Per il giardinaggio le più importanti sono le orientali H. Macrophilla, H. Paniculata, H. Serrata e le americane H. Arborescens e H. Quercifolia.
La prima Hydrangea coltivata in Europa fu la H. Arborecens introdotta dalla Pennsylvania nel 1736 per merito di John Bartram, primo botanico americano, autodidatta. Fu una figura chiave nella scoperta e propagazione delle nuove piante del Nord America Orientale. Viaggiò per 30 anni, spesso in zone mai visitate raccogliendo nuovo materiale che inviava al Chelsea Physic Garden. La sua più grande scoperta è stata la Hydrangea Quercifoglia che trovò insieme a suo figlio William sui monti Alpachi in Georgia introno al 1765. A Philadelphia c’è ancora il suo vivaio che è considerato il primo orto botanico d’America.
Le specie Cinesi furono introdotte in Europa molto tempo dopo e inizialmente furono confuse con le Giapponesi. Vennero raccolte in giardini dove vennero coltivate molto tempo prima che fossero conosciute dagli Europei.
Oltre alla Paniculata sono native della Cina H. Anomala, H. Aspera e H. Heteromalla.
L’introduzione delle H. Giapponesi nel mondo occidentale sono dovute principalmente agli Olandesi che trassero i loro profitti in seguito
alla rappresentanza di quella che era diventata la “Compagnia delle Indie Orientali”.
Quasi cento anni dopo il botanico svedese Thunberg che visse per un periodo nella stazione della “Compagnia” descrisse la prima Hydrangea a Palla, che però non riconobbe. Nel suo libro “Flora Japonica” classificò le Hydrangee come viburnum macrophyllum e V. serratum.
Le varie specie di Hydrangee sono così diverse sotto tanti aspetti che un errore di classificazione è facilmente comprensibile. Non ci sono caratteristiche vegetative comuni che leghino a prima vista le varie specie tra loro. Le parti appariscenti, foglie, fiori, forma della pianta sono molto diverse da una specie all’altra. I fiori vanno dai totalmente fertili (H. arb. “Hills of Snow”) ai lacecap o teller (che sono metà e metà) fino ai quasi totalmente sterili delle comuni H. macrophilla.
Oggi sappiamo che l’origine botanica delle ortensie macrophylla è nelle regioni costiere del Giappone tanto che per un periodo furono chiamate Hydrangea maritima. Le varietà introdotte in Europa dal Giappone sono le antenate di piante tuttora popolari (H. m. Mariesii, H. m. Otaksa, H. Serrata Rosalba).
Agli inizi del 1900 vivaisti francesi, inglesi e tedeschi ibridarono una vasta gamma di piante, molte di questa sono state perse durante la seconda Guerra Mondiale, specialmente le francesi, ma molte sono ancora con noi.
Negli anni successivi altri ibridatori continuarono la ricerca tesa ad ottenere piante rustiche che resistessero alle gelate tardive che rovinavano la fioritura. Il lavoro più grande in questo senso è stato fatto dalla natura con le mutazioni naturali.
Nel 1998 il botanico Michael Dirr notò un’ortensia che continuava a fiorire anche a settembre…era la realizzazione del sogno di molti botanici: trovare un’ortensia rifiorente, cioè che fiorisce non solo sulle gemme formate l’anno precedente ma anche su quelle dell’anno in corso. La cosa suscitò grande entusiasmo in un paese come gli USA dove negli stati del nord le gelate tardive sono frequenti. Dopo molti test fu stabilito che la mutazione era stabile, la pianta fu registrata e messa sul mercato con il nome di H. “Endless Summer”.
Altri ibridatori, partendo da Endless Summer hanno ottenuto altre linee rifiorenti.
La serie “forever & Ever”, H. m. Cameroun, H. Serrata Veerle, Hydrangea mac. Serie Magical, molte tra le varietà di paniculata, quercifoglia, arborescens… le potete trovare visitando il sito www.susigarden.com


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