venerdì, 18 Gennaio 2019

Villa Mocenigo e la sua Rosa

Da millenni, la rosa non è soltanto una pianta ornamentale ma anche simbolo di coraggio, di sacrificio, di innocenza, purezza e gelosia e sigillo di segretezza.Le antiche civiltà la veneravano come dono divino per il suo profumo. Durante l’Impero Romano i condottieri che tornavano vittoriosi dalle loro battaglie venivano accolti con piogge di petali di rose. Questa usanza è rimasta anche dopo l’avvento del Cristianesimo per celebrare le Pentecoste, simboleggiando con la caduta dei petali, la discesa dello Spirito Santo sui fedeli.

La Rosa è tanto altro ancora, ricordo di fatti storici, di leggende, di personaggi famosi o molto più semplicemente di eventi felici della nostra esistenza. Viene da pensare che la Rosa ci accompagna dall’alba della nostra vita fino al suo tramonto. Quindi la Rosa fa parte di noi, fa parte del tessuto sociale e delle nostre tradizioni.

Così, intrisa di storia, di momenti di vita, potrebbe essere la rosa che, benchè senza alcuna cura, vive e fiorisce all’interno del parco di Villa Mocenigo ad Alvisopoli,  da chissà quanto tempo, essendosi diffusa in modo naturale in un ambiente rinselvatichito. L’incontro con questa rosa risale, all’ormai lontano, novembre 2007 quando, dopo una telefonata, dell’allora responsabile della Pro Loco di Portogruaro, arrivammo ad Alvisopoli. Dopo esserci inoltrati nel parco che si trova dietro la villa di Alvise Mocenigo, in mezzo ad una fitta vegetazione, scoprimmo i fiori di una rosa che sembrava trovarsi a proprio agio senza bisogno di alcuna cura. (nella foto scorcio del sentiero nel bosco)

La vista di questa rosa ci procurò una grande emozione, le foglie erano sane, i fiori semidoppi rosati erano perfetti nonostante fossimo a novembre inoltrato. Dal portamento dei rami, dalle foglie appuntite e le spine capimmo di trovarci di fronte ad una rosa appartenente al gruppo delle cinesi. Osservando attentamente il fiore trovammo delle somiglianze con la famosa “Old Blush”. (la rosa di villa Mocenigo com’è stata trovata nel bosco nel 2007)

Dopo aver fatto qualche foto e preso qualche talea pensammo se fosse stato possibile dare un seguito di un certo interesse a quel rinvenimento. Fu così che, già in quel mese di novembre del 2007, uscì un articolo dal titolo “Villa Mocenigo e la sua rosa” su una pubblicazione, a cura del comune di Portogruaro e della Pro Loco, in occasione della ventiduesima fiera di Sant Andrea. (talea della rosa di villa Mocenigo)

Nel 2008, in occasione della IV rassegna Enogastronomica della Venezia Orientale “Terre dei Dogi in Festa”, sulla pubblicazione di tale evento si dette notizia della nascita dell’Associazione “In Nome della Rosa” di Portogruaro e si diede notizia del rinvenimento della Rosa di Villa Mocenigo chiamandola per la prima volta con questo nome. Da allora in poi la “Rosa Mocenigo” divenne protagonista in varie situazioni e avvenimenti anche grazie all’edizione di un romanzo dal titolo “Lucia nel tempo di Napoleone” nel quale sembra che sia stata Lucia, moglie di Alvise Mocenigo, a portare ad Alvisopoli, dalla Francia, tale rosa. (rosa di Mocenigo da confrontare con ‘Old Blush’)

Andando a leggere il libro si trova scritto che Lucietta, con l’aiuto di Monsieur Noisette, scelse circa 200 varietà di talee e di rose, probabilmente presenti alla Malmaison, da portare con se ad Alvisopoli. Sempre nel libro vengono nominate alcune rose usando però i nomi popolari e non ci sono riferimenti a “Rosier des Indes Commun” o a “Rosa Indica Vulgaris” l’odierna “Old Blush”. Manca quindi la certezza che la rosa di Alvisopoli sia arrivata dalla Francia e non sia invece già stata presente in Italia, arrivata dall’Oriente, grazie ai traffici della Serenissima con i paesi orientali.

La rosa di Mocenigo, oltre al suo possibile interesse botanico andrebbe recuperata e valorizzata quale testimone di un passato che rappresenta la radice, l’identità del luogo e delle persone che vi vivono e ad esso sono legate.




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