venerdì, 28 Febbraio 2014

Un ricordo del professor Viatori

[di Paolo]
Addio
Lucio, magro, canuto, cappello di paglia e sigaretta in bocca, seduto sulla sua panchina davanti al castello di Gorizia con il portacenere ricolmo al fianco. Occhi vispi e il sorriso sornione. Voglio ricordare così Lucio, immerso nel suo Giardino, nei pomeriggi primaverili intento a distribuire saluti, nomi di piante e consigli. Si faceva scherno dei complimenti per le fioriture, quasi non fossero la cosa importante, ma ovviamente ne godeva profondamente. Lo ricordo anche d’inverno quando passavo per un saluto, guardavamo libri e cataloghi e gli brillavano gli occhi quando pregustava i nuovi arrivi della stagione. Esausto nelle calde estati a soccorrere con l’acqua i nuovi impianti.

Immancabile la sigaretta. È stato lui a farmi riscoprire l’amore per il giardino che da tempo avevo sopito, saranno ormai vent’anni fa quando discutemmo a lungo su come trasformare un bosco di acacie del Collio in un parco fiorito o quando più tardi progettavamo di fioriture di ciliegi tra le vigne. Scherzava con Nadia. Aah le donne! Ma poi le regalava sempre un fiore o una pianta.

Il suoi omaggi punteggiano il nostro giardino. Solo una volta è capitato al mio cancello con un’azalea mollis in mano, per prendere un tè, verso le cinque. Era la volta che Nadia gli aveva detto che ora il nostro giardino era un po’ cresciuto e quindi lui, il maestro, avrebbe potuto visitarlo anche al crepuscolo e non solo di notte (per non vedere). Un tempo gli portavo il truciolo di faggio per pacciamare le azalee e sempre ci teneva a ringraziare a nome del Giardino. E il Giardino ha forse capito anche lui che le forze si stavano esaurendo.

La moria delle acidofile degli scorsi anni lasciava tutti noi, che vedevamo i buchi di seccume aumentare, avviliti. Lui, almeno nelle apparenze, non ci dava troppo peso, a volte diceva che era quasi contento, così si liberava posto per i nuovi arrivi, ma la sua sofferenza la coglievi quando nei cataloghi cercava le azalee tropicali che resistessero alla nuova estate goriziana.

Un abbraccio a tutti coloro lo hanno aiutato in questi ultimi anni, Stefano in primis, spero che la memoria di Lucio non rimanga solo una cosa bella nei nostri cuori ma si perpetui nel giardino. Spero anche che si possa concretizzare quel bellissimo progetto di integrazione tra il parco di Piuma, il Giardino Viatori, il vivaio forestale, e il parco fluviale di cui spesso abbiamo discusso con Lucio. A lui sarebbe piaciuto ma non si sbilanciava, aveva paura per le sue piante. Per Gorizia avrebbe un immenso valore riportandola, almeno per il verde, ai fasti della “Nizza mitteleuropea”. Un bel punto di partenza o di arrivo per la strada del vino e dei ciliegi in nome di Lucio.

[di Paolo]





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